giovedì 15 giugno 2017

Intervista a Cristiano Pedrini


Buongiorno lettori,
oggi ho intervistato per voi Cristiano Pedrini.



1.     Ciao Cristiano, tra le opere scritte qual è quella che ti è rimasta nel cuore?
Credo che sia proprio la prima, “La teoria del pettirosso” scritta nell’estate del 2014. Con essa ho riacquistato la consapevolezza della mia passione per la scrittura che per oltre vent’anni avevo abbandonato.

2.     Hai scritto tre romanzi che trattano la storia di Hibiki. Chi è questo ragazzo?
Cosa faremmo noi se, soli al mondo, circondati da un mondo a cui sembriamo invisibili, si trovassimo a sopravvivere?
Perderemmo la nostra umanità? Ci lasceremmo sopraffare dalla rabbia? Perderemmo di vista ciò che siamo? Tenteremmo lo stesso di costruirci un futuro?
Hibiki è un ragazzo che nasconde la sua immensa fragilità dietro una maschera di supponenza ma che è altrettanto capace di abbandonarla quando si tratta di proteggere l’unica persona che gli è rimasta, suo fratello Owen.
Una protezione per la quale sacrifica se stesso percorrendo una strada che appare senza ritorno, fino a vendere se stesso per garantirla.
Una rappresentazione che oggi non è affatto lontana da molte realtà che coinvolgono i giovani.

3.     Come mai hai scelto proprio il nome Hibiki? Ha un significato?
Desideravo trovare un nome insolito, che lo rendesse alieno a ciò che lo circonda ma che, al tempo stesso, trasmettesse leggerezza. In giapponese Hibiki significa “eco”.

4.     C’è qualcosa di te in Hibiki?
Forse l’impulsività e il desiderio di non scendere a patti quando c’è in gioco quei valori che considero fondamentali.

5.     Per le tue opere hai scelto dei titoli molto particolari e del tutto originali. Cosa ti ha ispirato a dar vita a tali titoli?
Ti confesso che la scelta dei titoli per me è sempre una vera sfida, al pari dello scrivere la storia. Alcuni nascono ed arrivano subito fin dalle prime righe, altri hanno bisogno di maturare dentro di me ma alla fine è l’istinto a guidarmi cercando, con essi di mostrare l’essenza della vicenda e dei personaggi che in essa vivono.

6.     Tra le tue opere, qual è il racconto che ha avuto più successo?
Al momento “Le regole di Hibiki” e “Madras”, tutti e due pubblicati nel 2016.

7.     Preferisci il self publishing o le case editrici?
Per ora l’esperienza con le CE è stata altalenante, direi che siamo 1-1 in termini di soddisfazione… ora spero che la terza ribalti, in positivo, il punteggio. Tuttavia il Self ti lascia la piena padronanza di costruire qualcosa che davvero ti appartiene e non si tratta di scendere a compromessi o meno. Questo già lo facciamo quando lavoriamo alla storia, ma lo facciamo con noi stessi, che siamo i più convinti sostenitori di ciò che siamo e i più feroci avversari di quel che vogliamo.

8.     Stai scrivendo un nuovo romanzo?
In realtà ce ne sono diversi abbozzati ma proprio in questi giorni sto ultimando un contemporaneo ambientato sul grande Mississippi e che dovrebbe essere pubblicato in settembre.

9.     Qual è il tuo libro preferito?
Pur lavorando in una biblioteca, e passandomi tra le mani decine di libri al giorno confesso che preferisco la saggistica alla narrativa ma non ho un “vero” libro preferito.

10.  Qual è il genere letterario che più ti appassiona?
La saggistica storica

11.  Qual è stata la tua ultima lettura?
Ho letto Mississippi, il grande fiume di Mario Maffi. Un viaggio dedicato a questo immenso corso d’acqua che ha stimolato la fantasia di autori come Twain, Melville, Williams. Una lettura importante ed utile per il romanzo che sto terminando.

12.  Quando scrivi hai bisogno dell’assoluto silenzio o ti fai compagnia con qualche musica di sottofondo?
Scrivo in ogni situazione, nel silenzio e con un sottofondo musicale.

13.  Hai mai ricevuto una critica che ti ha fatto rimanere male?
Premetto che le critiche fanno sempre e comunque male, anche se espresse con capacità e intelligenza perché, dopotutto ci fanno interrogare su noi stessi e sulla capacità di riuscire a trasmettere ciò che proviamo.
Tuttavia credo si debba sempre partire dal presupposto che scrivere e offrire se stessi e le proprie storie agli altri è un atto di forte coraggio e questo spesso viene dimenticato.
Critiche più o meno feroci sono state poche ma per esperienza devo ricordarmi che il libro che piace a tutti NON esiste e quindi… passato il momento di delusione, proseguire per ricordarmi chi sono e cosa voglio trasmettere.
 

14.  Qual è il primo pensiero che ti attraversa la mente quando una tua opera è in fase di pubblicazione?
Beh, innanzitutto la smetto di rileggerla all’infinito con il terrore di trovare qualche piccolo refuso… È qualcosa di tuo che ora stai passando ad altri, ai lettori che l’accoglieranno ed è un viaggio che non puoi più fermare.
Non ti resta altro che rimanere sulla riva e vedere la tua storia, i tuoi personaggi e i loro destini veleggiare verso l’immensità sperando che non incontrino la burrasca.

15.  Se dovessi paragonare ogni tua opera a un aggettivo o sensazione, quale assoceresti?
Oddio… che domanda! Ci provo…
OPPORTUNITY: Opportunità
RHASPODY: lo specchio di noi stessi
INFINITY: accettarsi per quel che siamo
KLEIN BLUE: il sottile confine tra bene e male
LE REGOLE DI HIBIKI: saper vivere la propria educazione sentimentale
BUON NATALE HIBIKI: ciò che siamo è ciò che ci contraddistingue
I SENTIERI DI HIBIKI: Sapersi perdonare per quel che siamo
MADRAS: il bene più prezioso è ciò che vogliamo essere

16.  Nella storia di Hibiki, che colonna sonora ti immagini?
Una colonna sonora che unisce delicatezza e drammaticità in un connubio in perfetto equilibrio.

17.  Cos’è per te la scrittura?
La quotidianità.

18.  Quanti libri leggi in un mese?
Dipende, ci sono periodi che leggo molto ed altri meno… comunque un paio al mese di norma.

19.  Perché un lettore dovrebbe acquistare e leggere una tua opera? Gliene consiglieresti una in particolare?
I miei romanzi trattano come colonna portante il rapporto affettivo tra persone dello stesso sesso ma contrariamente a molte altre opere io non tratto questi sentimenti come “il problema” a cui unire intolleranza e ipocrisia per sviluppare la storia. Per la mia visione l’amore e l’affetto che lega due ragazzi non è il solo nocciolo della storia. Ad esso si intrecciano alcuni filoni: lo storico, con “Madras”, il drammatico con “Klein Blue”, il giallo con la trilogia “Opportunity-Rhapsody-Infinity”.
Quindi se un lettore vuole andare oltre e semplicemente leggere una storia libera da pregiudizi basati sull’orientamento sessuale sarà il benvenuto.

20.  Fai un saluto al blog L’angolo books di Berta
Agli amici del blog lascio questo mio breve aforisma:
La nostra quotidianità è simile ad un foglio bianco…A noi scegliere quale colore usare per imprimervi la nostra presenza….


Roberta Tam

Nessun commento:

Posta un commento